Ecco, finalmente è arrivata la primavera, la tanto attesa bella stagione si affaccia alle nostre finestre, ce le fa spalancare e ci invita ad uscir di casa. Si ripongono cappottoni e sciarpe, la camminata per andare a scuola si allunga perché magari ci si ferma per osservare un balcone pieno di gerani o le formichine che operose sono già tutte a lavoro. Mentre noi ci spogliamo la natura si riveste, è tutto un nascere e sbocciare. Nel mese che preferisco vi progpongo dei versi di un'autrice bergamasca, Silvia Bre. Come sempre nessuna parafrasi, nessuna interpretazione, ognuno la prenda e ne faccia ciò che vuole, sono convinta che la Bre ne sarebbe felice.
da Edere
Ascolta, un viale avevo
di sterminate rose
da guardare la sera,
cieli di viole
che l’edera rampava a grandi tele,
avevo corde amorose.
E guarda adesso
com’è tutto raccolto in un mirino,
che finalmente la mia strada ho perso
nel mondo delle cose
e mi sento salire rami nuovi
e il cielo ce l’ho steso sulle dita
e amo, e mi rinchiudo
tutta nella vita.