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Ciao Kids! Bentrovati su questo nuovo “cantiere” di Heykiddo, una rubrica sull’archeologia che a partire da oggi vi terrà compagnia per due volte al mese.
Ho scelto di chiamarla “Archeologando” perché questa parola me ne ricorda altre affini come ‘inventando’, ‘fantasticando’… insomma tutti quei gerundi che indicano un processo creativo che ha avuto sicuramente un inizio ma non è detto debba avere per forza una fine.
In fin dei conti l’archeologia è così: si parte dalle origini, dalle prime tracce materiali a disposizione e si giunge fino ai giorni nostri e anche oltre.
Prima di continuare… non so cosa sappiate a tal proposito o se abbiate mai conosciuto un archeologo di persona. Io di amici archeologhi ne ho tanti, forse anche troppi, e ve ne presenterò molto volentieri qualcuno in futuro. Ora però, vi chiedo un favore enorme: se vi hanno detto che gli archeologi sono dei temerari esploratori, degli instancabili viaggiatori, dei cercatori d’oro e altre bazzecole, non fateci caso, anzi… dimenticate tutto e ricominciamo dall’inizio.
L’archeologo è uno scienziato e come tutti gli scienziati che si rispettino, deve studiare molto e a lungo prima di mettere piede su un cantiere di scavo, deve fare esperienza e deve essere disposto a sopportare la fatica, il caldo, il freddo e ogni tipo di difficoltà. Qualsiasi reperto che egli ritrova scavando, sia esso piccolo o grande, di valore come una moneta o insignificante come un piccolo frammento di ceramica, deve essere analizzato con attenzione per ricostruirne la storia e capire il perché sia stato trovato proprio in quella tomba o cisterna e non altrove, chi l’ha fabbricato e chi l’ha utilizzato, quando ha cessato di vivere e a partire da quale periodo è rimasto sepolto nella terra.
Noi archeologi siamo tutti uguali e diversi allo stesso tempo; uguali perché scaviamo tutti allo stesso modo, partendo dagli strati di terra più recenti e giungendo via via a quelli più antichi (metodo stratigrafico), ma siamo diversi l’uno dall’altro perché scegliamo di studiare, a seconda degli interessi di ciascuno, periodi storici differenti (età preistorica, greca, romana ecc.) e oggetti tra loro diversi (ceramica, ossi animali, marmi, mattoni ecc.).
Se volete approfondire l’argomento e scoprire altre curiosità, vi consiglio due libri: il primo, Il mestiere dell’archeologo (Gelsorosso editore), l’ho scritto io e so che non sta bene farsi pubblicità da soli, ma non mi è venuto poi così male e le illustrazioni sono davvero belle!
Il secondo, altrettanto interessante, l’ha scritto un archeologo francese, Raphaël De Filippo, per la sua figlioletta e s’intitola Archeologia a piccoli passi (Motta Junior).
C’è un’ultima cosa, importantissima, che voglio dirvi per oggi.
In questo momento gli archeologi non se la passano affatto bene, molti sono costretti a cambiare lavoro, altri non riescono a condurre le loro ricerche o non hanno soldi a sufficienza per organizzare campagne di scavo e consentire agli studenti più giovani di parteciparvi e apprendere il mestiere. Stiamo attraversando un periodo complesso e chissà perché quando c’è una crisi economica da risolvere si taglia sempre sulla cultura e si chiudono librerie, musei, biblioteche, siti archeologici…
Ora sappiate, miei cari Kids, che la cultura ha per una nazione lo stesso potenziale energetico che ha una spremuta d’arancia a merenda per la nostra salute: enorme! Non c’è nulla di meglio che imparare e scoprire e pensare per allontanare lo spettro della povertà, economica, umana e culturale. Non dimenticatelo mai.
Alla prossima!