Tutto il gioco, è paese!
Sarà questo il nuovo proverbio Kiddo, d'ora in poi! Che ne dite? Vi piace?
Eh già, è proprio vero! I giochi nel mondo sono infiniti e tutti molto speciali, come i bambini di tutto il mondo ed esistono dei giochi universali: peluche, macchinine, bambole e costruzioni si confermano passioni senza spazio e senza tempo. Lo mostra un bellissimo foto-progetto di Gabriele Galimberti.
Il fotografo gira per il mondo, realizzando un fantastico reportage. Dal Texas al Malawi, passando per il Messico, l'Islanda, il Medio Oriente, la Cina, fino ad approdare a Mumbai, India. Al suo ritorno, Galimberti decide di raccogliere gli scatti dei bambini incontrati nel suo viaggio, immortalati nelle loro stanze, insieme ai loro giochi. Nasce un progetto molto interessante, intitolato Toy Stories.
Gabriele Galimberti si chiede: "Come giocano i bambini?". Sono interessanti le risposte che giungono dalla sua esperienza sul campo.
"I bambini più ricchi erano i più possessivi. All'inizio, non volevano che io toccassi i loro giocattoli. Con loro, ci è voluto più tempo per entrare in sintonia, per giocare insieme". Sì, perchè il fotografo prima di scattare, gioca con i suoi piccoli modelli e cerca di conoscere le loro abitudini ludiche.
"Nei paesi poveri, è stato molto più facile. Anche se hanno solo due o tre giocattoli, non li hanno veramente a cuore. In Africa, i bambini amano più giocare con gli amici, all'aria aperta".
Certo, anche se dinosauri, matite, palline e giocattoli, accomunano tutti i nostri kiddini, in realtà, la cultura ludica di ogni bambino è strettamente legata all'ambiente dove nasce e cresce. Come scrive, infatti, Ben Machell su The Times Magazine:
"Così una ragazza appartenente a famiglia benestante, a Mumbai, ama il Monopoli, perché le piace l'idea di costruire case e alberghi, mentre il ragazzo del Messico rurale ama i camion, perché, ogni giorno, li vede passare dal suo villaggio, attraverso la piantagione di zucchero, vicina a casa sua".
Photo Credits: Gabriele Galimberti