Il 19 marzo, precisamente alle 23.22,, ho ricevuto un tweet che diceva “..domani alle 12.02 avrò una sorpresa per voi mamme; penso che vi piacerà”.
Incuriosita, attendo il giorno dopo e, puntuale alle 12.02, scopro sul web la novità: La Catena di #Elettra.
Ma cosa sarà mai questo nuovo progetto? Di cosa parla?
Scopriamolo insieme al suo autore.
Come nasce l'idea di La Catena di Elettra?
«la Catena di #Elettra» è un progetto che mi frulla per la testa da diversi anni. Mia moglie e io ci occupiamo di bambini (altrui) da tanto tempo e, ritengo, in modo molto positivo; spesso ragioniamo insieme sulla natura dei problemi che affliggono molti bimbi italiani che conosciamo personalmente o che osserviamo: insicurezza, aggressività, palese immaturità, difficoltà a concentrarsi eccetera. Avendo lavorato e soggiornato a lungo all'estero, ci siamo resi presto conto che l'aggettivo "italiani" della frase precedente non rivela, purtroppo, alcuno stereotipo. Lancio solo uno spunto di riflessione, ma ve ne sarebbero molteplici: non riteniamo forse che il genitore italiano sia troppo apprensivo, soffocante, spesso al limite dell'ossessione?
Poiché quasi sempre il genitore odierno stesso è un adulto immaturo, vittima di padri e madri che non l'hanno reso un individuo completo, ho ritenuto opportuno sottolineare l'importanza della "catena generazionale" nella trasmissione degli "errori educativi".
A chi si rivolge?
«la Catena di #Elettra» si rivolge in primis ai genitori, ma in generale contiene spunti validi per chiunque e non si riconduce necessariamente al rapporto genitore-figlio: si pensi ad esempio all'importanza del rispetto e della coerenza nelle relazioni coi nostri colleghi di lavoro…
Quali sono i contenuti affrontati nel blog?
Dopo una breve introduzione di due articoli, entrerò nel vivo della questione, affrontando gli errori di ruolo; illustrerò ciò che un genitore non dovrebbe mai fare in quanto genitore. In seguito tratterò la cattiva abitudine di usare, quasi sempre in modo inconsapevole (o almeno lo spero), metodi incoerenti, violenti, ingannevoli e disconoscenti. L'obiettivo è quello di fornire ai genitori e non uno strumento per riflettere su se stessi e sullo stile educativo ricevuto, in modo da minimizzare il rischio di trasmettere ai figli gli stessi errori educativi ricevuti.
Secondo la tua opinione, come mai è raro sentire dibattiti o approfondimenti su questo tema ("spezzare le catene generazionali")?
Purtroppo il tema dell'educazione del bambino è ancora una specie di tabù: troppi genitori sono convinti di fare sufficientemente bene, solo perché ritengono di dare il meglio di sé e considerano un'indebita ingerenza, anzi un vero e proprio affronto, ogni invito a riflettere sulla validità del proprio progetto educativo. Spero di riuscire a suscitare adeguato interesse sulle conseguenze che ogni stile educativo produce nel bambino.
Ma chi è Bruno De Giusti?
Classe 1966, ingegnere e project manager, da 15 anni gestisco progetti di respiro nazionale nel campo della telefonia mobile in Europa, Medio Oriente e Sudafrica. Parlo sei lingue e sono appassionato di musica classica, fotografia, subacquea, saggistica, storia e, come «la Catena di #Elettra» testimonia egregiamente, tante altre discipline non necessariamente scientifiche. Sì, certo: in fondo sono proprio il solito tuttologo del nulla…
Potete seguire il progetto su:
www.lacatenadielettra.wordpress.com
Twitter: Bruno de Giusti@VaeVictis