Valentina è una ragazza infelice, per tanti motivi.
Ripetente, all’ultimo anno di un liceo che odia, una madre che non sopporta, un padre che ha abbandonato la famiglia e un cuore che si è spezzato quando il suo fratellino Pietro è morto.
Valentina non sa cosa più fare della sua vita e si trascina stancamente da un giorno all’altro. Vive solo in attesa del paradiso, per rivedere Pietro, l’unico di cui le sia mai importato qualcosa.
E poi c’è Valerio. Ottimo studente, stimato da tutti, carino. Un gran bravo ragazzo, ma povero in canna e una famiglia numerosa alle spalle.
Le strade dei due si incrociano quando la mamma di Valentina decide di non poter correre il rischio di avere una figlia bocciata per la seconda volta (una vergogna, sapete). E così, in combutta con la prof., decide di affibbiare a Valentina un aiuto compiti non richiesto: Valerio, il nuovo compagno di banco.
Sara Allegrini con La ragazza in bottiglia, Piccola Casa Editrice, ci racconta una storia di amicizia e rinascita. Valentina è una ragazza che ha perso ogni ragione per essere felice: la vita le ha mostrato il suo volto più crudele. Non le importa più niente, né di se stessa né degli altri che hanno un po’ paura di questa ragazza matta, imprevedibile, triste. Solo l’arte le fa provare ancora qualche emozione.
L’incontro con Valerio dà nuova linfa alla sua vita. Sara Allegrini non ci racconta una banale storia d’amore, come ci si aspetterebbe leggendo un libro per adolescenti dove i protagonisti sono un ragazzo e una ragazza. Tra i ragazzi nasce un’amicizia timida, goffa, autentica.
È di questo che parla La ragazza in bottiglia: di due ragazzi, colti in uno dei momenti più delicati della vita, che si trovano. Dopo tutto quello che ha passato, Valentina in Valerio scopre un prezioso amico, qualcuno che finalmente l’ascolta, qualcuno con cui ridere senza un motivo. E il ragazzo conoscendola scopre che la ragazza matta non è poi così matta, è semplicemente e tremendamente normale: perdere la testa per il dolore non è quello che succede a tutti? E tanto più l’amore era grande, tanto più sarà intenso il dolore. Valerio non può fare niente per alleggerirle il peso che si porta, nessuno può, però può fare qualcos’altro: esserci.
Il tutto viene narrato utilizzando un linguaggio fresco, fatto di parole semplici, un tono scanzonato e in mezzo citazioni letterarie e artistiche sparse qua e là, frutto della passione segreta di Valentina, o dell’autrice.
La ragazza in bottiglia è una bella storia: non è uno di quei libri che ti cambiano la vita, ma nel suo piccolo si lascia leggere d’un fiato e alla fine non può che lasciarti un sorriso.